BABYLON FILES

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Benvenuti su Babylon Files, riferimento italiano a Babylon 5 e luogo di incontro per tutti gli appassionati della serie e per chi vuole avvicinarsi per la prima volta.

Qui troverete le schede di tutti gli episodi, trame, informazioni e curiosità, ma soprattutto il Babylon 5 Reference, ovvero un completo riferimento a nomi, luoghi e terminologia dell'universo di Babylon 5.

Racconti

Nelle varie pagine ci potranno essere spoiler ma non verrà dato alcun tipo di avviso. Fate attenzione!!!


Oggetto: [PBEM] 0001. Un nuovo inizio...
Autore: Massimo
Data: 12 Luglio 2000

Era parecchio tempo che sulla stazione spaziale Babylon5 non accadeva nulla di nuovo e non ci fu da meravigliarsi se i problemi arrivarono tutti in una volta. In quel momento Ivanova si trovava al comando di Babylon5 e sul suo volto si poteva leggere lo stato di preoccupazione e di ansia che l'attanagliava. Una nave sconosciuta era apparsa all'improvviso, non dal jump-gate com'era usuale, ma si era materializzata dal nulla. La nave si trovava a parecchie migliaia di chilometri dalla stazione e non aveva ancora dato alcun segno delle sue intenzioni. Lo scafo era di un materiale sconosciuto e gli scanner terrestri non riuscivano non solo a penetrarlo ma neppure a determinarne la composizione. Neppure l'ambasciatrice Delenn riuscì ad essere di aiuto, dimostrandosi piuttosto preoccupata dal fallimento dei suoi tentativi e dall'inutilità della sua tecnologia avanzata.
L'ambasciatore Kosh non si espresse molto sull'accaduto, come era suo solito fare disse frasi semplici e telegrafiche - Sono arrivati prima del previsto. - Detto questo si ritirò nel suo alloggio in cui rimase a lungo ignorando ogni richiesta di spiegazioni del responsabile della sicurezza Garibaldi. I tentativi di Ivanova di comunicare con la nave aliena erano inutili, ma era certa che i suoi messaggi erano arrivati a destinazione. Infatti subito dopo l'invio della richiesta di identificazione gli schemi di energia emessi dalla nave, l'unica cosa facilmente rilevabile, mutarono istantaneamente come se fosse una risposta. Ivanova stava perdendo le speranze, erano ore che controllava i monitor alla ricerca di qualche indizio ma inutilmente.

Nel frattempo G'Kar discuteva animatamente con Londo a proposito di un accordo commerciale che sembrava essere stato infranto.
- I Betaminidi avevano stipulato un accordo in esclusiva con noi! Non dovevate intromettervi! - Disse furente G'Kar.
Londo con un sorriso appena abbozzato ma con molta decisione che alla fine divenne cattiveria rispose
- Noi abbiamo solo fatto un'offerta ai Betaminidi e loro l'hanno accettata senza battere ciglio. Sono certo che voi narn riuscirete a fare una proposta ancora migliore. -
L'ultima frase terminò con un'atteggiamento di sfida nei confronti dell'ambasciatore. G'Kar digrignò i denti e lo fissò per qualche istante reprimendo il più possibile l'aggressività che gli proveniva dal profondo del suo essere. Sapeva che la sua gente non avrebbe mai potuto fare una controproposta migliore e questo gli impedì di tranquillizzarsi ma era costretto a trovare una soluzione diplomatica.
- Lo sapete che per noi il composto chimico di Betamin è di vitale importanza. Ora più che mai e... -
L'ambasciatore Mollari interruppe G'Kar ed alzando il tono della voce disse
- A me non interessa dei vostri problemi ambasciatore. Se siete davvero interessati a quell'inutile sostanza la potrete richiedere a noi Centauri che saremo felici di stipulare un vantaggioso accordo di scambio. Vantaggioso per noi ovviamente. -
G'Kar aveva gli occhi pieni di collera e si avvicinò pericolosamente a Londo. Il suo animo era in tumulto come un vulcano da tempo assopito che si stava per risvegliare in un'esplosione di lapilli, cenere e lava. Na'Toth si girò verso di lui e con un filo di voce sussurrò
- Ambasciatore... la prego... - Anche lei era al corrente di quanto la situazione fosse critica e conosceva bene l'impeto dell'ambasciatore G'Kar. Il suo animo si riempì di tristezza perché si accorse che la risoluzione della disputa si allontanava sempre di più. Ad interrompere questo clima di tensione ci pensò la sicurezza della stazione. Garibaldi si frappose subito tra i due ambasciatori allontanandoli con le braccia. Gli altri componenti della squadra di sicurezza li presero da dietro, li bloccarono e li trascinarono a forza nelle due direzioni opposte. G'Kar rassegnato si voltò e sussurrò
- Non finirà così. Qualcuno pagherà per questo e per tutto il resto. -
Londo tentò di tenere testa agli uomini della sicurezza ma inutilmente. Appena la situazione si calmò Garibaldi andò verso un angolo del salone e disse
- Grazie Lennier di averci avvertito. Ancora un po' e la situazione sarebbe degenerata irrimediabilmente. -
Lennier fece un breve cenno di saluto con il capo e se ne andò.

Sheridan stava eseguendo un'ispezione di routine nello spazio intorno alla stazione. Non era compito suo, gli fu rimproverato più volte, ma a lui non interessava. Quella era la sua vita: piena di avventura e vissuta alla giornata. Non riusciva proprio ad immaginarsi seduto dietro ad una scrivania a controllare rapporti. Il piano di volo prevedeva di restare entro l'influenza gravitazionale del pianeta, ma lui, mai stato ligio ai regolamenti, andò oltre. Prima di partire osservò i dati telemetrici, vide un gruppo di asteroidi che seguiva un'orbita ellittica molto accentuata e decise che quella sarebbe stata la sua meta. Ivanova che di tanto in tanto controllava che non ci fossero problemi gli chiese spiegazioni sul cambiamento di rotta ma le fu risposto di non preoccuparsi e che era stato tutto programmato fin dall'inizio. Lei afflitta rinunciò nel tentativo di capire il comportamento del suo superiore e si mise a sperare che non ci fossero stati problemi fino al suo rientro.
Questa speranza però durò davvero poco.
Sheridan era ormai in avvicinamento al più grande degli asteroidi. Mentre effettuava la manovra di discesa si accorse che i parametri gravitazionali stavano cambiando rapidamente e dovette compensare per evitare di schiantarsi. Improvvisamente tutti gli strumenti andarono fuori scala e divennero inutilizzabili. A poche decine di chilometri dal nulla con un enorme bagliore apparve una nave sconosciuta.
Sheridan rimase meravigliato: fino ad allora ne aveva viste tante ma mai una nave di quel tipo ed apparire in quel modo. Si mise ad osservarla aiutandosi anche con gli strumenti a sua disposizione tornati finalmente a funzionare. Aveva una forma cuneiforme molto appiattita, lo scafo era completamente liscio e non vi era alcuna traccia di propulsori o di armamento. Se ne stava ferma, immobile nello spazio. Sheridan da quella posizione non riusciva ad avere altre informazioni e decise di avvicinarsi ulteriormente. Dalla stazione arrivarono numerosi messaggi che gli chiedevano di tornare indietro. Ai primi rispose che si sarebbe avvicinato per indagare meglio, i successivi li ignorò.
Quando fu vicino alla nave aliena iniziò a girarci intorno per valutarne visivamente le caratteristiche. Ne rimase impressionato. Non riuscì a stabilire quale fosse il materiale che costituiva lo scafo esterno ed inviò un impulso a bassa energia per valutarne le proprietà fisiche e chimiche. Prima di arrivare a destinazione dall'estremità anteriore della nave aliena scaturì un raggio ad ampio spettro di elevato potenziale che investì in pieno la piccola navicella che gli ruotava intorno. Sheridan scomparve istantaneamente dagli schermi della stazione portando disagio e sconforto agli ufficiali operativi ai sensori.
La nave aliena iniziò a muoversi ed inviò una comunicazione alla stazione. Sul monitor apparve un alieno, aveva la pelle color grigio-verde, indossava una lunga veste argentata, il suo viso era completamente piatto ed al posto dei capelli aveva tre lunghe punte che partivano dalla fronte. Le sue parole furono poche, disse solo
- Noi siamo qui.-

Fine prima parte