BABYLON FILES

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Racconti

Nelle varie pagine ci potranno essere spoiler ma non verrà dato alcun tipo di avviso. Fate attenzione!!!


Oggetto: [RACCONTO] La fine di Bester - Parte SECONDA
Autore: Nymeria
Data: 11 Giugno 2004

"L'aria di campagna sta cominciando a giocarti brutti scherzi, mio caro Alfred", borbottò fra se' entrando in casa - nessuno sapeva dove si trovasse (nessuno ancora in vita, almeno) e nessuno sarebbe certo venuto a cercarlo in quel posto dimenticato da tutti. Mantenne comunque alto il livello di vigilanza, non era certo fidandosi delle prime impressioni che era sopravvissuto così a lungo.
Entrò in cucina ed iniziò a prepararsi la cena, rilassandosi un po' a mano a mano che il tempo passava e la sensazione di essere osservato diminuiva e Bester si convinse che probabilmente la sua era una reazione naturale dopo i lunghi mesi passati a sfuggire ai suoi cacciatori; si sentiva però stranamente maldestro: fece cadere due volte gli utensili con cui stava lavorando e si accorse che i suoi piedi si trascinavano sul pavimento, come se una grande stanchezza gli fosse piombata addosso all'improvviso: in pochi istanti sentì che le forze lo abbandonavano e che la vista si annebbiava e nell'ultimo attimo di lucidità prima che l'incoscienza si impadronisse di lui pensò "Gas anestetico... ma come ? come ???".

Quando riprese conoscenza, ore o giorni dopo non era in grado di stabilirlo, si rese conto di trovarsi legato ad una cuccetta in quella che sembrava la cabina di una nave; il tentativo di sondare telepaticamente l'ambiente circostante fallì miseramente - era chiaro che gli avevano iniettato il farmaco soppressore per poterlo meglio tenere a bada.
Restava comunque l'interrogativo su come avessero potuto avvicinarsi a lui: sapeva, grazie alle sue superiori abilità, di essere in grado di avvertire un'altra mente che cercasse di bloccare le sue sonde - nessuno poteva stargli alla pari, come avevano fatto a sorprenderlo senza che se accorgesse? Dubbio e rabbia si facevano strada nella sua mente, anche se cercò di non fare trapelare nulla dall'espressione del volto, in caso fosse stato sotto sorveglianza.
Quest'ultima ipotesi si rivelò immediatamente fondata perché dalla porta della cabina entrò un uomo che lo apostrofò con un "Vedo che si è risvegliato" e sciolse le cinghie che lo tenevano legato al letto; il nuovo venuto indossava la divisa dei Ranger e lo fissava con una strana espressione neutra, come se la sua cattura fosse il normale avvenimento di una qualunque giornata lavorativa.
"Alfred Bester" intonò il Ranger "lei è in arresto e verrà giudicato per i crimini commessi nei confronti dei suoi simili"
"E senza dubbio il vostro beneamato presidente Sheridan siederà in prima fila... perché è a lui che devo tutto questo vero ?" Malgrado la sua posizione Bester non aveva perso nulla della sua arroganza, come dimostrava il tono staffilante della voce.
"Il mio compito è quello di consegnarla a destinazione, altri risponderanno alle sue domande" e con questo il Ranger uscì, lasciandolo nuovamente solo.

*-*-*-*-*-*-*-*-*-*

E ora si trovava rinchiuso da giorni in questo complesso - forse un ospedale, ma non ne era sicuro - in attesa senza dubbio di un processo in cui lo avrebbero additato come un mostro criminale; gli sembrava strano che in tutto quel tempo nessuno si fosse fatto vivo per presentargli delle accuse formali: forse faceva parte di una tattica per tentare di "ammorbidirlo" - a dimostrazione di quanto poco lo conoscessero. L'unica cosa di cui era sicuro era di trovarsi su Marte: dalla finestra della sua stanza poteva vedere, oltre la linea degli alberi, il riflesso della cupola atmosferica e, cosa ancora più indicativa, uno squarcio di cielo rossastro.
Questa circostanza gli dava più che una speranza di poter uscire dalla sua presente situazione: Marte era sempre stato la base di preferenza del Corpo Psi e molti appartenenti alla vecchia struttura si trovavano ancora lì, ben nascosti, in attesa di tempi migliori; se fosse riuscito ad entrare in contatto con loro (ed era più che certo di questa possibilità) avrebbe potuto organizzare la sua fuga e cominciare a ricostruire l'organizzazione - il tempo per nascondersi era finito, che sciocchezza pensare di poter attendere tranquillamente lo svolgersi degli eventi: era sempre stato un uomo di azione, e sarebbe tornato a comportarsi come la sua natura preferiva !
Intanto i giorni scorrevano lentamente, scanditi dagli orari dei pasti e delle iniezioni di farmaco soppressore, fino a che una mattina il medico non si presentò per la consueta iniezione, facendogli presagire che qualcosa stesse cambiando; col passare delle ore sentiva che l'effetto del medicinale svaniva e che una parte delle sue percezioni iniziava a ritornare: si domandò quale fosse lo scopo di questa nuova tattica e, a parziale risposta, vide la porta aprirsi e Michael Garibaldi entrare nella stanza.
"Oh, l'ineffabile Mr. Garibaldi!" esclamò Bester "Sheridan mi manda il suo lacche' preferito anziché presentarsi di persona?"